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Bentornati, cari amici cervellini, nella rubrica musicale de Il Ballo del Cervello! Oggi parliamo di una grande rivoluzione: una notizia che forse è passata (fin) troppo inosservata, e che vale più di mille cadute di popstar o di colori di vestiti improponibili. Da questa estate (non è stata ancora fornita una data esatta) avremo un unico giorno della settimana, unificato in tutto il mondo, in cui saranno disponibili le nuove uscite discografiche: il venerdì.

Non solo, la International Federation of the Phonographic Industry (IFPI, associazione di categoria internazionale che rappresente 1300 casi discografiche in tutto il mondo) ha deciso di abbattere i confini geopolitici delle (talvolta) folli strategie di marketing locale che vedevano uscire un album un mese prima in un paese, poi in un altro, ed in un altro ancora dopo.
Il discorso è logico, e fila: con l’avvento del digitale, e soprattutto dello streaming, la frammentazione delle uscite discografiche è un serio attentato alle vendite.

Ormai il pubblico musicale è globale, tutti sanno cosa si ascolta in USA, ed in USA sanno benissimo cosa ascoltiamo qui in Europa.
Per noi italiani il venerdì non è un giorno nuovo per le uscite discografiche: fino al 2010, infatti, anche nel nostro paese era quello il giorno di messa in vendita dei supporti musicali, poi passato al martedì per discutibili ragioni di “comodità dei punti vendita nel rendere disponibili i dischi”.

Davide Rossi, Direttore Generale di Aires (Associazione Italiana Retailer Elettrodomestici Specializzati) ha dichiarato:

“Le aziende nostre associate rappresentano oltre il 75% del mercato nazionale per l’elettronica di consumo in Italia, e fino al 90% per alcuni segmenti. Siamo pienamente d’accordo con il giudizio positivo sul venerdì come giorno di release, con il lancio concentrato nel fine settimana si possono stimolare gli acquisti di tutti i canali, creando ancora una maggiore attenzione verso tutti i punti di vendita fisici. La mossa potrebbe anche servire antidoto contro le distorsioni del mercato, in particolare l’uso non autorizzato di musica, che si verifica proprio perché non vi è mezzo legalmente disponibile in alcuni paesi per ottenere nuova musica nei primi giorni cruciali di pubblicazione”.

Io, francamente, da grande fruitore ed appassionato di musica non posso che essere d’accordo e gioire per questa scelta. E voi, cosa ne pensate? Fatecelo sapere commentando il post, o tramite i nostri social: su Facebook o Twitter.