di Eugenio Ceriello

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Anna Tatangelo è vittima di un sottile razzismo. Un razzismo che nel corso degli anni ha portato quel Festival di Sanremo che la premiò tra scroscianti applausi come nuova promessa della musica italiana ad eliminarla senza pietà prima della finale nonostante una canzone per nulla brutta. Reato contestato? Essere una rovina famiglie. Eh si perché da quando la giovincella di Sora si è innamorata, ricambiata, di Gigi D’Alessio, non ne ha passata una buona. Eh si che GIGI era sposato e dunque ha dovuto separarsi. Però questa cosa all’Italia non è andata giù. Anna non è MAI stata perdonata. E dire che uno stile ha provato a trovarlo, cantando generi diversi, dal rock al puttanpop, ma niente. Sembrava le cose migliorassero la scorsa estate: MUCHACHA era abbastanza passata dalle radio. Ma ieri ancora una volta l’Italia ha dimenticato che Sanremo è un festival di CANZONI e non di cantanti. Eliminata con la sua “libera” che era una delle canzoni più dignitose del Festival, con esibizioni live ottime, un look ineccepibile. Insomma bella, brava e con un brano discreto. Ma eliminata. Mi suggeriscono che alla notizia dell’eliminazione la sala stampa abbia applaudito. Spero sia una cosa falsa perché dimostrerebbero di non capire nulla di musica.
Quando si capirà che si votano le canzoni, i testi, la musica, la performance, allora Sanremo sarà una gara che rispecchierà poi il futuro delle canzoni in termini di vendite ed AirPlay, ed i big, quelli che snobbano la gara, ci torneranno di corsa. Ma per ora questa ipotesi pare alquanto improbabile .