Gloria Gaynor Gaynor era pronta a esibirsi  a Rimini, sul palco di piazzale Fellini dove erano arrivati circa 5.000 spettatori, per il concerto finale del weekend di Ferragosto, intitolato The Best Disco in Town, ma non lo avrebbe fatto per la mancata corresponsione di parte del compenso pattuito. Lo riferisce il comandante provinciale dei carabinieri, Luigi Grasso. Altri fornitori di servizi avrebbero lamentato il mancato compenso e per questo la serata ha subito slittamenti e disguidi, fino al forfait della Gaynor, che avrebbe dovuto esibirsi dopo i Trammps – concerto che invece si è svolto regolarmente – lo storico gruppo dance anni Settanta di Disco Inferno.

Ai carabinieri, che lo hanno sentito in caserma, Gianni Succi, l’organizzatore del concerto, ha detto di “aver perso all’ultimo momento un grosso sponsor”. Per questo sarebbe stato in dubbio se confermare o meno la serata, ma alla fine ha deciso che lo spettacolo “doveva andare avanti”. “Un amico”, ha spiegato ai militari, “si era offerto di prendere in carico i debiti e di pagare la parte residua del compenso per la signora Gaynor e per il service che ha fornito il gruppo elettrogeno per il palco. Ma dall’assegno mancavano alcune migliaia di euro per l’artista e l’agente, quando già la Gaynor era arrivata nel camerino, ha deciso di non farla esibire”.

Agli spettatori, durante la serata, non è stato comunicato nulla sul forfait della cantante statunitense (i biglietti costavano fra i 23 e i 63 euro) e subito sono partite le proteste nei confronti dell’organizzazione tanto che è stato necessario l’intervento delle forze dell’ordine. I militari, in servizio anche con una Stazione mobile, si sono schierati sotto il palco dove si erano assiepate centinaia di persone che urlavano e scandivano slogan di protesta. Nel frattempo altri carabinieri, con un ufficiale, si sono attivati per gli accertamenti e le indagini del caso. Solo a tarda notte è stato rintracciato l’organizzatore della serata che oggi tornerà in caserma per tutti gli approfondimenti necessari. Sembra anche che nel corso della serata siano state avanzate pesanti minacce di ritorsioni se i compensi non fossero stati regolati.

Il Comune di Rimini e Rimini Reservation, società che gestisce gli Uffici di informazione e accoglienza turistica (partecipata dall’Amministrazione) hanno fatto sapere di “declinare ogni responsabilità” per la mancata di Gloria Gaynor al concerto di Rimini, “un fatto oggettivamente grave che danneggia sia chi ha pagato il biglietto, sia la città”. Il Comune – si spiega in una nota – ha rilasciato per l’evento il patrocinio gratuito che “non implica alcun ruolo o responsabilità organizzativa, ma riguarda esclusivamente la mera valutazione sulla qualità e il valore dei contenuti proposti”.
E quando il quadro della situazione sarà più chiaro, l’Amministrazione valuterà se procedere con azioni legali “sia per tutelare l’immagine della Città di Rimini, sia a tutela degli interessi di quanti dovessero essere stati danneggiati”. Intanto Rimini Reservation ha aperto anche domenica scorsa in via eccezionale gli uffici Iat per accogliere eventuali reclami ma – precisa il Comune – “l’organizzazione, rappresentata dalla società privata Succi & Partners, di cui il rappresentante legale è il signor Gianni Succi, ha incassato i proventi della vendita dei biglietti per il concerto e si dovrà far carico interamente degli eventuali contenziosi”. Lo stesso organizzatore aveva portato Ennio Morricone a Rimini nell’agosto 2012, Nicola Piovani a Santarcangelo nel luglio 2013 e aveva seguito il debutto del tour americano Tutto Dante di Roberto Benigni a San Francisco nel maggio 2009. “Aveva dimostrato di saper organizzare eventi di grande rilievo e qualità”, sottolinea il Comune guidato dal sindaco Andrea Gnassi, per questo “sorprende, sconcerta e amareggia ancora di più” quello che è accaduto ieri sera.

Intanto la cantante non ha perso tempo e, su Twitter, scrive: “Cari amici di Rimini, era tutto pronto per lo spettacolo ma abbiamo rinunciato appena saputo che l’organizzazione non avrebbe potuto pagarci. Torneremo. #wewillsurvive”.