É una vittoria a sorpresa, una vittoria che divide, una vittoria che fa discutere. É sicuramente destinata a rimanere negli annali la vittoria di Susana Jamaladinova in arte Jamala e del suo brano 1944, che trionfa chiudendo al secondo posto sia nella classifica delle giurie che in quella del televoto – ma riuscendo per poco a superare la concorrenza della vincitrice delle giurie, l’australiana Dami Im con Sound Of Silence, e il prevedibile dominatore del televoto, Sergey Lazarev per la Russia con You Are My Only One.

Francesca Michielin chiude al sedicesimo posto con 124 punti (90 dal televoto e 34 dal pubblico) contro i 534 della vincitrice. Ad esclusione della Francia, di nuovo in top10 dopo 7 anni (è sesta), l’Italia risulta comunque la migliore delle Big 5: la Spagna è 22esima, il Regno Unito (completamente dimenticato dal televoto) 24esimo, la Germania 26esima e ultima per il secondo anno di fila.

Tolte le prime tre, la grande sorpresa della finale è la bulgara Poli Genova, che sospinta dal televoto riesce a conquistare la quarta posizione – mai la Bulgaria aveva fatto così bene all’Eurovision. Il polacco Michał Szpak non convince le giurie (soli 7 punti raccolti) ma il televoto lo piazza addirittura in terza posizione, pure davanti all’Australia, permettendogli di scalare la classifica fino all’ottava posizione. La Svezia, infine, completa la top5 piazzandosi al quinto posto – risultato che la pone per la quinta volta in 6 anni fra i primi cinque, confermando il paese ospitante come la principale forza dell’Eurovision moderno.

La classifica finale:

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Foto di copertina: Anders Putting (EBU)